Guerrieri o Druidi
di Adriano Gaspani
L’analisi delle tombe facenti parte delle necropoli celtiche risalenti al periodo lateniano mostra talvolta dei casi curiosi. Talune sepolture contengono i resti di individui di rilievo i quali pur mostrando di essere stati esponenti della classe guerriera, nella loro comunità di appartenenza, furono sepolti con un corredo che talvolta presenta caratteristiche che potrebbero far pensare che il loro ruolo all’interno della comunità in cui vissero e operarono fu probabilmente differente da quello del puro e semplice uomo di spada. In questa sede verranno presi in esame alcuni casi interessanti, posti in varie regioni d’Europa e dal loro studio è emerso che la loro collocazione nella tomba, dopo la loro morte, avvenne secondo orientazioni astronomicamente significative. Inizialmente ci occuperemo del guerriero di Piadena, in Italia. La necropoli gallica di Campo Costiere, presso Piadena, in provincia di Cremona fu localizzata nel marzo 1982 e risultava parzialmente sconvolta a causa dell’esecuzione di lavori agricoli. L’indagine archeologica restituì resti ossei umani ed elementi di corredo collocabili cronologicamente, grosso modo, nel periodo successivo alla discesa, dalle Alpi, delle tribù galliche guidate da Belloveso. All’interno della necropoli è risultata di particolare interesse la sepoltura N.14, ad inumazione, contenente i resti di un guerriero gallico e riferibile al periodo La Tene B, quindi grosso modo tra il III e il IV secolo a.C. (Kruta Poppi, 1991). Lo scheletro del guerriero, probabilmente Cenomano, era parzialmente danneggiato a causa delle arature profonde dovute all’esecuzione di lavori agricoli, aveva orientamento approssimativamente sud-nord, con il cranio posto verso nord ed era deposto su un piano di sabbia fine. Il corredo, tipico del rango guerriero del defunto, era costituito da una spada di tipo lateniano, con fodero, deposta presso il braccio destro e da una lancia con cuspide in ferro del tipo con innesto a cannone, posta sulla spalla destra. Accanto allo scheletro sono stati reperiti tre anelli in bronzo, due posti all’altezza del torace e uno presso i piedi, i quali con grande probabilità facevano parte del sistema di sospensione della spada alla cintura. Lo studio dell’orientazione ha messo in evidenza che la direzione pelvi-cranio mostrava una deviazione di 17 gradi od ovest della linea del meridiano astronomico locale. I calcoli hanno messo in evidenza la direzione cranio-pelvi concorda molto bene, verso sud, con il punto di levata eliaca della stella Fomalhaut (Alpha Piscis Australis), di magnitudine visuale apparente 1.29, all’orizzonte fisico locale, che risulta elevato di circa un grado rispetto a quello astronomico, durante la fase B del periodo lateniano. A quell’epoca la data di levata eliaca della stella Fomalhaut cadeva verso il 7 Giugno del calendario giuliano, circa due giorni dopo la levata eliaca di Aldebaran che per i Celti marcava la data di celebrazione della festa di Beltane (Gaspani et Al. 1997). Va ricordato che la datazione effettiva delle quattro feste celtiche principali, cioe Trinox Samoni, Imbolc, Beltane e Lughnasad, differiva dalle date standard comunemente indicate nella letteratura, cioè rispettivamente il 1 Novembre, 1 Febbraio, 1 Maggio e 1 Agosto, in quanto queste ultime si riferiscono alle scadenze fissate in Irlanda dai monaci cristiani durante il I millennio d.C, i quali stabilirono queste date scegliendo i quattro giorni dell’anno in cui la declinazione del Sole sulla sfera celeste era pari a 16 gradi sopra o sotto l’equatore celeste. Tornando al guerriero di Piadena si rileva quindi che esso fu sepolto in modo che potesse virtualmente “guardare” il sorgere eliaco, ma anche il punto ordinario di prima visibilità, della stella più luminosa della costellazione dell’emisfero meridionale della sfera celeste, a noi nota attualmente con il nome di Pesce Australe. La stella di prima grandezza Fomalhaut, di colore bianco, era visibile in cielo, durante il periodo lateniano e alla latitudine di Piadena, in direzione sud. Essa poteva essere osservata per la prima volta, durante il corso dell’anno, poco prima dell’alba del giorno della sua levata eliaca. All’alba di quel giorno, la stella era visibile per la prima volta, poco prima del sorgere del Sole e rimaneva visibile durante le notti seguenti, sorgendo con un anticipo di circa quattro minuti ogni notte, rispetto all’orario di levata dell’astro diurno, fino alla data del suo tramonto eliaco. Quella data rappresentava l’ultimo giorno in cui era possibile riuscire ancora a scorgere Fomalhaut, prossima all’orizzonte occidentale locale, subito dopo il tramonto del Sole. Durante la fase B del periodo lateniano, la data giuliana di levata eliaca di Fomalhaut era, come è già stato detto, il 7 Giugno, con un incertezza di un paio di giorni dovuta al fatto che l’effettiva visibilità dell’astro dipendeva anche dal grado di trasparenza atmosferica locale che essendo caratterizzata da un andamento abbastanza aleatorio, non è facile stimare esattamente oltre 2000 anni dopo. La data giuliana di tramonto eliaco era, secondo i calcoli, il 28 Novembre, sempre con un’incertezza di un paio di giorni, di conseguenza Fomalhaut era visibile in cielo dal 7 Giugno al 28 Novembre, grosso modo dalla data della festa di Beltane a quella di Trinox Samoni che, essendo agganciate rispettivamente alle levate eliache di Antares e Aldebaran, a quel tempo cadevano il 5 Giugno e il 17 Novembre, dando inizio ai due periodi stagionali in cui i Celti dividevano l’anno, il periodo estivo da Beltane a Trinox Samoni e quello invernale da Trinox Samoni a Beltane. L’orientazione dello scheletro rinvenuto nella tomba No.14 della Necropoli di Piadena risulta quindi in accordo con un allineamento stellare, mentre risultano assolutamente trascurati i criteri di orientazione basati sul Sole e sulla Luna, infatti l’azimut di orientazione cranio-pelvi è consistentemente esterno alle amplitudini ortive, sia del Sole che della Luna durante il periodo lateniano B. Il calcolo della probabilità che l’accordo tra la direzione di levata della stella durante il III e il IV secolo a.C. sia dovuto ad un concorso di fattori casuali indica che l’accordo casuale è possibile solamente ad un livello di probabilità inferiore all 1%, per cui è molto probabile che il cadavere del guerriero sia stato deliberatamente sepolto secondo quella particolare direzione astronomicamente significativa.
I guerrieri celti sepolti orientati con criteri stellari durante il periodo lateniano non rappresentano un caso raro nel mondo celtico, basti infatti citare, ad esempio, il guerriero della necropoli di Vevey, presso Neuchatel in Svizzera, risalente grosso modo al II-III secolo a.C., il medico-guerriero rinvenuto in una tomba a recinto nella necropoli di Pottenbrunn, presso Sankt Polten in Austria, risalente al IV secolo a.C., il guerriero di Deal, nel Kent in Gran Bretagna, risalente al II secolo a.C. e quello di Berru in Francia collocabile cronologicamente intorno al 450 a.C. In tutti i quattro casi, il corredo presente nelle sepolture indica che questi personaggi furono esponenti di rilievo nella società celtica in cui vissero e operarono, e che, con un certo grado di probabilità, il loro ruolo all’interno della comunità di appartenenza fu notevolmente connesso con il culto e la ritualità religiosa: guerrieri si, ma probabilmente anche druidi.
A questo punto prendiamo in esame il guerriero di Vevey. La necropoli di Vevey, in Svizzera, fu scavata verso la fine del secolo scorso. Tra le numerose sepolture facenti parte della necropoli che risale grosso modo al periodo La Tene II ne è stata rinvenuta una la quale conteneva i resti di un guerriero vissuto grosso modo intorno al 250 a.C. il quale fu inumato corredato da tutte le sue armi, lancia, spada e scudo. L’analisi dell’orientazione sia della tomba che dello scheletro in essa contenuto ha messo in evidenza che l’inumazione del defunto avvenne in modo tale da essere astronomicamente significativa. Anche in questo caso la direzione pelvi-cranio dello scheletro risulta essere consistentemente esterna ai limiti delle amplitudini ortive del Sole e della Luna. L’asse pelvi-cranio risulta orientato verso un punto dell’orizzonte locale tale da formare un angolo di 22.5 gradi, verso est, rispetto alla direzione del meridiano astronomico locale. L’analisi archeoastronomica ha messo in evidenza che quel punto coincide a meno di circa mezzo grado, margine di errore tipico in questo genere di studio, con il punto di levata (prima visibilità) della stella Capella nella costellazione dell’Auriga. La probabilità geometrica che l’orientazione rilevata sia frutto di un evento casuale può essere calcolata e risulta inferiore al 1%; infatti il calcolo fornisce 1 possibilità su 144 che l’orientazione verso il punto di prima visibilità di Capella al sorgere sia casuale. Questo calcolo non può tenere conto del fatto che Capella era una stella importante per i Celti in quanto questo evento non è direttamente quantificabile in termini matematici, però ciò contribuisce a far aumentare fortemente la probabilità di orientazione deliberata verso un punto dell’orizzonte astronomicamente rilevante per la cultura e la ritualità celtica. Per i Celti questa stella era importante dal punto di vista rituale in quanto la data della levata eliaca di Capella permetteva ai druidi di pianificare la celebrazione della festa di Imbolc, che segnava l’incipiente termine dei rigori della stagione invernale. In questo caso però lo scheletro risulta orientato verso il punto di levata non eliaco bensì quello in cui la stella poteva essere vista sorgere ogni notte durante la stagione durante la quale, a quell’epoca, era visibile nel cielo. Un altro interessante caso è stato rilevato in Austria. Negli anni 1981 e 1982 nel corso di lavori per la costruzione di un casello autostradale a Pottenbrunn nei pressi di Sankt Polten nella bassa Austria venne alla luce una intera necropoli celtica risalente alle fasi A e B del periodo LaTene. Le tombe di Pottenbrunn erano caratterizzate dalla massiccia presenza di recinti funerari che si concretizzavano nell’esistenza di fossati quadrati singoli o doppi e fossati circolari posti intorno alle sepolture ad inumazione. Della quarantina di tombe scavate almeno 15 di esse erano poste al centro di un fossato quadrato semplice, 2 erano poste al centro di un fossato di forma circolare e 3 erano poste al centro di un doppio fossato di forma quadrata. Le tombe erano prevalentemente maschili anche se quelle femminili non erano assenti e risultavano munite di ricchi corredi. I defunti di sesso maschile erano stati inumati con tutto il loro corredo militare: lance, spade, freccie e scudo. L’arco doveva essere stato presente, ma essendo composto di materiale deperibile, non è stato possibile agli archeologi rilevarne le traccie. Gli individui erano seppelliti in fosse profonde da 1 a 2 metri completamente rivestite di assi in legno, in taluni casi è stata rilevata la presenza di vere e proprie casse di legno in cui i defunti furono deposti all’atto dell’inumazione. Il complesso di sepolture era evidentemente composto da tombe di personaggi importanti, ma uno in particolare merita un discorso a parte. Infatti nella sepoltura No.520 è stato rinvenuto lo scheletro di un uomo deceduto presumibilmente ad un’età compresa tra i 45 e i 55 anni. La tomba era posta al centro di un doppio recinto quadrato che testimonia, già di per se, l’importanza di quest’uomo nella struttura sociale della sua comunità. Il defunto era accompagnato oltre che dalle armi, dalle consuete offerte funerarie consistenti in cibo e bevande, dagli attrezzi di uso quotidiano ed anche da alcuni strumenti inusuali. Infatti gli archeologi hanno identificato la presenza di strumenti per uso farmaceutico o chirurgico e di un pendolo da divinazione che suggeriscono che l’uomo sepolto nella tomba 520 di Pottenbrunn fosse stato un “uomo della medicina” celtico. L’analisi planimetrica della tomba mostra che lo scheletro è posto lungo una direzione inclinata rispetto all’asse della fossa, come se fosse stato deliberatamente disposto in modo da ottenere una particolare orientazione. La direzione risulta inclinata di 122.6 gradi rispetto alla direzione settentrionale del meridiano astronomico locale durante il IV secolo a.C. epoca alla quale gli archeologi hanno collocato cronologicamente la sepoltura in questione. La direzione pelvi-cranio dello scheletro del medico guerriero di Pottenbrunn risulta essere astronomicamente significativa infatti lungo quella direzione rileviamo due eventi molto importanti entro l’anno rituale celtico. Il primo è la festa di inizio anno, cioè Trinox Samoni, che durante il IV secolo a.C. avveniva in occasione della levata eliaca della stella Antares nella costellazione dello Scorpione Ebbene lo scheletro risulta orientato verso il punto dell’orizzonte locale in corrispondenza del quale poteva essere visto sorgere il Sole durante i giorni della festa delle tre notti di Samonios alla latitudine di Pottenbrunn, che avveniva il 19 Novembre del calendario giuliano oppure il secondo giorno dopo ATENOVX del mese di Samonios nel calendario celtico. L’accuratezza dell’allineamento risulta elevata essendo la discrepanza tra il punto teorico di levata del Sole e quello rilevato inferiore ad 1 grado valore più che accettabile considerando le tecniche a disposizione a quell’epoca e l’incertezza inerente relativa alle misure attuali. Lungo la stessa direzione avveniva un’altro fenomeno astronomico importante per i Celti: la levata eliaca di Sirio che permetteva ai Druidi di stabilire la data di celebrazione della festa di Lugh. Questo evento avveniva, durante il IV secolo a.C., il 29 Luglio del calendario giuliano. In questo caso l’allineamento è ancora più accurato rispetto a quello rivolto verso il Sole nascente a Trinox Samoni. Infatti l’errore massimo rilevato è minore di 0.3 gradi, meno della metà del diametro apparente del disco della Luna. Lungo la direzione opposta a quella pelvi-cranio poteva essere osservato il tramonto della stella Regolo nella costellazione del Leone. Anche in questo caso l’allineamento risulta molto accurato, con una discrepanza inferiore ad 1 grado. Questa stella era importante, per gli antichi, soprattutto dal punto di vista della pianificazione agricola. La probabilità geometrica di allineamento casuale verso i punti dell’orizzonte rilevati risulta inferiore al 0.6% valore ottenuto tenendo abbondantemente conto di tutti i possibili fattori che avrebbero potuto falsare la direzione rilevata dall’analisi planimetrica della sepoltura. L’abbondanza di allineamenti astronomicamente significativi è secondo noi correlata con la rilevanza sociale che l’uomo sepolto nella tomba No.520 della necropoli di Pottenbrunn ebbe all’interno della sua comunità quando visse. Un altro caso interessante fu scoperto in Francia. Durante la seconda metà del secolo scorso fu scoperta a Berru, nel dipartimento francese della Marna una singolare sepoltura contenente i resti di un guerriero celtico inumato con il suo carro da guerra a due ruote. Gli archeologi hanno collocato la sepoltura al primo periodo lateniano francese equivalente grosso modo al 450 a.C. La sepoltura era composta da una fossa di forma rettangolare le cui dimensioni approssimative erano 3 metri di lunghezza, 2 metri di larghezza e 2.5 metri di profondità. Sul fondo della fossa erano state scavate le due cavità longitudinali parallele profonde 40 cm destinate, come di consueto, ad alloggiare le ruote del carro da guerra su cui il cadavere del guerriero fu adagiato. Intorno alla fossa era stato in origine scavato un fossato di forma circolare di circa 7 metri di diametro e profondo circa 1 metro la cui funzione dovette essere sicuramente di natura rituale. La particolarità di questa tomba è che contrariamente a quanto si rileva nel caso di molte altre tombe a carro presenti nella stessa zona, lo scheletro fu deliberatamente disposto lungo la diagonale destra della fossa e non in maniera parallela all’asse del carro e l’elmo fu deposto sotto i suoi piedi, in un angolo della fossa. In tal modo la direzione pelvi-cranio veniva ad essere grosso modo allineata lungo il meridiano astronomico locale con il teschio a nord. Studiando la disposizione planimetrica è stato possibile rilevare che l’asse maggiore della fossa (e del carro) era diretto verso il punto di tramonto della Luna alla data del lunistizio estremo superiore, cioè quando la declinazione del luminare era la massima possibile, pari a 28.9 gradi sopra l’equatore celeste. L’asse minore della fossa (e del carro) risultava diretto verso il punto di levata della Luna all’orizzonte locale al medesimo lunistizio. La diagonale est-ovest della fossa, quella opposta a quella lungo la quale risultava allineato lo scheletro identificava due punti sull’orizzonte locale il primo dei quali, quello orientale, corrispondeva al punto di sorgere delle stelle della cintura di Orione all’epoca a cui risale la tomba. Il secondo punto individuato, quello occidentale, corrispondeva alla posizione di tramonto delle stelle Aldebaran, nella costellazione del Toro e Procione nel Cane Minore. Tornando ad occuparci dello scheletro, come abbiamo già affermato la direzione pelvi-cranio è concorde con la linea nord-sud, ma l’allineamento meridiano, pur essendo molto comune nel caso delle tombe celtiche che contengono i resti di personaggi di rilievo, fu ottenuto con un errore rilevante, dell’ordine della decina di gradi verso ovest. L’analisi ha poi mostrato che la direzione pelvi-cranio è consistente con il punto di tramonto della stella Schedar (Alpha Cassiopeiae) di magnitudine visuale apparente pari a 2.47. Attualemente la costellazione di Cassiopeia è circumpolare cioè alla latitudine geografica di Berru non scende mai al di sotto dell’orizzonte astronomico locale e ciò avveniva anche durante il V secolo a.C, ma per effetto del fenomeno della precessione degli equinozi, la stella si avvicinava molto al limite all’orizzonte astronomico locale, circa 3.5 gradi nel momento in cui transitava lungo l’asse pelvi-cranio dello scheletro del guerriero di Berru. In realtà a causa dell’elevazione dell’orizzonte fisico locale, Schedar scompariva dietro la linea del paesaggio (skyline) settentrionale, elevata di alcuni gradi rispetto all’orizzonte astronomico locale, quindi di fatto tramontava rimanendo invisibile per breve tempo durante la notte. Esiste in ogni caso un certo margine di incertezza dovuto al grado di forestazione del luogo durante il V secolo a.C., il quale ci è completamente sconosciuto, ma questo grado di “fuzziness” rappresenta un parametro che può essere matematicamente trattato, quindi in fase di analisi è stato possibile tenerne accuratamente conto, ottenendo anche la pobabilità che la concordanza tra la direzione pelvi-cranio dello scheletro e il punto di scomparsa di Schedar all’orizzonte fisico locale, sia dovuto ad un puro caso. Il valore risultante dal calcolo è 1 a 120, quindi la concordanza casuale avrebbe potuto verificarsi con una pobabilità inferiore al 1%. Eccoci giunti ora ad un caso inglese. Il guerriero di Deal fu rinvenuto durante gli scavi eseguiti nella omonima località britannica, nel territorio del Kent. La tomba conteneva lo scheletro di un guerriero Britanno il quale fu sepolto con una spada, posta entro un fodero finemente decorato e collocata lungo il braccio destro. Gli archeologi sono stati in grado di collocare cronologicamente la sepoltura alla fine del II secolo a.C. Nella sepoltura è stato possibile rilevare la presenza dei resti di un mantello, intessuto e orlato di fili metallici, fermato da una fibula in bronzo intarsiata e decorata con gocce di corallo. La cosa più singolare è stato il rinvenimento di una corona di bronzo, con fini ornamentali, posta intorno al teschio. L’analisi dei resti del corredo rinvenuto nella fossa mostra che esso non è, salvo la spada, quello tipicamenete pertinente ad un guerriero, ma molto più probabilmente potrebbe essere specifico per un uomo di culto, forse un druido. La spada, con il suo fodero decorato, probabilmente non rappresentava il possesso di un guerriero, ma si sospetta che essa fosse stata deposta nella tomba come segno di rispetto e d’onore per l’uomo ivi sepolto, il quale dovette essere un personaggio di rilievo nella sua comunità. L’orientazione della tomba, rispetto alle direzioni astronomiche fondamentali mostra anche in questo caso che la direzione pelvi-cranio è posta esternamente alle amplitudini ortive sia del Sole che della Luna. L’orientazione era posta in modo che lo scheletro fosse allineato con il cranio lungo la direzione che andava dal punto di levata, all’orizzonte fisico locale, della stella Shaula, di magnitudine 1.71, posta nella coda della costellazione dello Scorpione, fino al punto di tramonto della stella Alphecca (Gemma), di magnitudine visuale apparente pari a 2.31, la più brillante della costellazione della Corona Boreale, sempre all’orizzonte fisico locale, verso la fine del II secolo a.C. Entro i limiti della “fuzziness” connessa con l’irrinunciabile incertezza tipica delle misure a disposizione, va rilevato anche il punto di tramonto della stella Delta Cygni, di magnitudine 2.97, appunto nella costellazione del Cigno, che sappiamo essere stata importante per i Celti (Gaspani, Cernuti, 1997), il quale potrebbe adattarsi bene alla direzione cranio-pelvi rilevata per lo scheletro. La probabilità che l’orientazione rilevata sia connessa con i punti notevoli degli oggetti celesti presi in considerazione, solamente a causa di una perversa combinazione difattori casuali risulta essere complessivamente attorno al 1.4%, per cui a livello probabilistico è possibile affermare che anche il guerriero-druido di Deal sia stato deposto nella tomba tenendo conto di alcuni criteri astronomici di tipo stellare. I criteri astronomici connessi con le stelle sono stati rivelati in tutti i cinque casi presi in considerazione, mentre in un solo caso, quello del medico gueriero di Pottenbrunn abbiamo rilevato un’orientazione connessa anche con alcuni punti notevoli della traiettoria apparente del punto di levata o di tramonto del Sole all’orizzonte astronomico locale, ma comunque associati a fenomeni stellari. Nel caso del guerriero di Berru va rilevato che è la fossa, e quindi la direzione dell’asse del carro, ad essere orientata secondo criteri lunari, ma lo scheletro del guerriero mostra un’orientazione in accordo con il punto di tramonto della stella più luminosa della costellazione di Cassiopeia. Tale costellazione appare tra i Celti soprattutto in connessione con la disposizione delle sepolture ad incinerazione della necropoli di Tartigny, sempre in territorio francese e molto più anticamente, al pari della coda dello Scorpione, qui rilevata nel caso del guerriero-druido di Deal, in connessione con i recinti tombali risalenti al VIII-VII secolo a.C., presenti sul territorio italiano, nell’area di sviluppo della cultura di Golasecca.
Bibliografia
Gaspani A., Cernuti S., 1997, “L’ASTRONOMIA DEI CELTI”, Ed. Keltia, Aosta.
Kruta-Poppi L., 1991, “Le fonti archeologiche”, in “I Celti”, Catalogo della Mostra di Palazzo Grassi (Venezia).
“Revue d’Histoire Celtique” Primo Semestre 2002